I Trappisti in Algeria
Nel XIX secolo la primissima presenza di monaci cistercensi si installa in Algeria, il 20 agosto 1843, a Staouëli, a 17 chilometri ad est di Algeri. Questo impianto (plantatio) monastico durerà una sessantina d’anni. Il Padre de Foucauld verrà a Staouëli per riflettere sul suo eremitismo nel settembre 1896.
Nel 1904, anticipando la legge d’espulsione delle comunità religiose di Francia, il monastero viene chiuso. I monaci si rifugiano a Maguzzano, in Italia.
È una seconda comunità ad arrivare nel 1934 che, dopo un primo impianto (plantatio) (verso il colle di Ben Chicao) sceglie, nel 1937, di installarsi ad un centinaio di chilometri a sud di Algeri, vicino a Medea. La proprietà agricola di Tibhirine diviene l’Abbazia di Nostra Signora dell’Atlante.
(Per vedere un estratto del quotidiano La Croix del 1934, che menziona la presenza dei trappisti in Algeria, clicca sul link : Giornale)
Durante la guerra d’Indipendenza, la comunità si trova «fra due fuochi». Nel 1959, due Fratelli (tra cui Fratel Luc) sono vittime di un sequestro e poi vengono rilasciati. L’Indipendenza ridisegna il volto della Chiesa d’Algeria, che perde la quasi totalità dei suoi membri. Quale presenza è possibile, allora, per Tibhirine, una comunità monastica cristiana in terra d’Algeria ? Nel 1963, contro il parere del Cardinale Duval, vescovo di Algeri, l’Abate Generale dell’Ordine cistercense firma il decreto di chiusura. Il suo decesso impedisce la concretizzazione di questa decisione.
Lo spirito di apertura del Concilio Vaticano II soffia. La Chiesa d’Algeria fa sentire la sua voce: «Se i monaci se ne vanno, noi non possiamo resistere». Il senso di una presenza cristiana in un Paese musulmano riaffiora, nella linea che già Charles de Foucauld aveva percepito: essere degli oranti in mezzo ad altri oranti. Il monastero (che perde il suo rango di «abbazia»), riparte su nuove basi. Fino all’Indipendenza, nel 1962, la proprietà era utilizzata su più di 350 ettari. La maggior parte delle terre viene ceduta allo Stato algerino: ne restano 14 ettari.
La comunità, dispersa, si stabilisce poco a poco. Dei Fratelli venuti semplicemente «per aiutare» un’altra Trappa, sono sostituiti da altri Fratelli, motivati da una vocazione comune : essere monaci in terra d’Islam.
Nel 1984 Fratel Christian de Chergé è eletto priore. La sua conoscenza dell’arabo, della cultura musulmana e il suo spessore spirituale condurranno la comunità alla sua maturazione. Si stabilirà un rapporto rinnovato con i vicini del villaggio. Il dispensario di Fratel Luc accoglie sempre chiunque si presenti…
«Ospiti del popolo algerino, nella quasi totalità musulmano, questi Fratelli vorrebbero contribuire a testimoniare che la pace tra i popoli è un dono di Dio fatto agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo, e che spetta ai credenti, qui e ora, di manifestare questo dono inalienabile, attraverso la qualità del loro rispetto reciproco e l’esigente sostegno di una sana e feconda emulazione spirituale» (Estratto dal foglio di presentazione del Monastero di Tibhirine ad uso degli ospiti).
«Il rumore non fa bene, il bene non fa rumore», diceva sant’Agostino. Nessuno aveva sentito parlare di Tibhirine e della sua comunità monastica. Fino al 21 maggio 1996.
Bibliografia:
«Les monastères cisterciens en Algérie. Notre Dame de Staueli - Notre-Dame de l’Atlas», di Claude Garda, Collectanea Cisterciensia 58 (1996)
«Le silence des moines – Les trappistes au XIX siècle», di Bernard Delpal – 1998 – Beauchesne Editeur
«Annales de l’Abbaye d’Aiguebelle» (1045 – 1863) – Valence – Imprimeria Jules Ceas – 1964