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Nato il 27 luglio 1933 a Touvois (Loira Atlantica), è entrato al Monastero di Bellefontaine il 19 luglio 1983. Sacerdote dal 17 dicembre 1960, aveva esercitato il suo ministero sulla strada. Arrivato all’Atlas nel 1987, vi fa professione solenne il 1° maggio 1989 . E’ il cantore.

Per saperne di più, vedere il video « Frère Célestin », un film di Pierre Mailhotte et Houcine Saidi (2002)

 Fratel Célestin Ringeard monaco di N.D. dell’Atlas a Tibhirine

... « I legami umani sono qualcosa di unico se non di divino, e noi ci crediamo fin dalla venuta storica di Dio sulla terra, in Gesù di Nazareth ! INAUDITA, questa Fede che è la nostra e che pertanto deve misteriosamente restare « aperta » nostri fratelli in umanità, i musulmani [terroristi o no], buddisti, non-credenti o atei convinti !… Ma io so che ri-dico questo a delle persone che personalmente hanno già persorso un lungo cammino verso questo Dio unico e santo che ci attira a lui giorno per giorno, fino al Grande GIORNO dell’incontro con Lui attraverso questo dolce fratello promogenito che è Gesù, entrato per primo in questo Tempio meraviglioso ed eterno… (Estratto da una lettera a due amici, del 13 marzo 1994 [dopo la « visita di Natale 1993!»] )

Infanzia e giovinezza

Fratel Célestin Ringeard è nato il 27 luglio 1933 nel comune e nella parrocchia di Touvois, nella Loira Atlantica (44).

Le circostanze della sua nascita furono difficili ; infatti una tubercolosi era stata scoperta sei mesi prima in suo padre, che si chiamava anche lui Célestin. E il decesso del padre avvenne l’8 settembre successivo, proprio sei settimane dopo la nascita.

Per prevenire ogni rischio di contagio, il neonato, e suo fratello Michel, che aveva allora 3 anni dovettero lasciare la madre, Mare (nata Boucard) che visse dolorosamente questa separazione, pur potendo custodire con sé la figlia primogenita Madeleine (oggi deceduta) che aveva allora 5 anni. Célestin fu messo in allattamento presso una donna semplice, Bertine, che si era spontaneamente proposta e verso la quale Célestin ebbe sempre molta affezione fino a quando non poté ritornare presso sua madre.

Tutti questi eventi resteranno in filigrana nella vita di Célestin :

Da una parte, la venerazione che custodì verso suo padre che non aveva conosciuto, ma di cui sua madre gli aveva molto parlato, ed ugualmente l’attaccamento molto forte a sua madre (e a sua sorella che visse quasi sempre con lei). E poi, più in generale, una grandissima sensibilità nei confronti delle persone, di qualsiasi tipo, ma soprattutto le più sfavorite o marginalizzate.

Infine, custodirà un’attenzione molto particolare alla data dell' 8 settembre. Annoterà più tardi che l’8 settembre 1933 era proprio il giorno in cui – intorno al Père René Voillaume – si impegnavano i primi « Piccoli Fratelli » detti di Padre de Foucauld ! E’ l’8 settembre 1983 che Fratel Célestin entrerà nel noviziato di Bellefontaine, e lo stesso che nel 1985 farà la sua professione semplice e in cui nel 1988 farà la sua promessa di stabilità all’Atlas, accettando non senza dispiacere di farvi la professione solenne il 30 aprile 1989, giorno dlela festa di Nostra Signora dell’Africa !

Formazione : scuola, seminario e servizio militare (1945-1960)

Innanzitutto c’è la scolarità alla scuola normale di Touvois fino all’età di 12 anni, quando decide di orientarsi verso il sacerdozio.

Comincia allora il tempo del « Seminario Minore » (studi superiori) : in un primo tempo a Legé, (non lontano da Touvois) dal 1945 al 1949, poi a Rezé (presso Nantes) dal 1949 al 1953, fino alla maturità, accontentandosi del livello, senza il « diploma ». Dall’ottobre 1953 all’aprile 1957, sono i quattro primi anni di « Seminario Maggiore » (formazione specifica per la vita sacerdotale) a Nantes. Il quinto anno si effettuerà da ottobre 1959 al Natale 1960 dopo gli anni di servizio militare con un soggiorno in Algeria. Ed è il 17 dicembre 1960 che è ordinato prete .

Il periodo significativo di questi anni è precisamente quello del servizio militare (1957 – 1959) che Célestin vivrà quasi totalmente in Algeria, eccettuati i 4 primi mesi a Rennes (maggio-settembre) per farvi le sue « classi ». Verso la metà di settembre 1957 sbarca a Oran e raggiunge l’8° R.I.M., con base à Saida, dove è assegnato, il 16 gennaio seguente, al servizio sanitario.

Dal febbraio 1958, in seguito ad uno scontro che aveva fatto diversi morti dalla parte francese, un ufficiale dei servizi d’informazione del F.L.N., Si Ahmed Hallouz, fu ferito et catturato in un rifugio con armi e materiale sanitario [e altro.] Célestin, con un altro infermiere amico, chiese che Hallouz fosse ospitato all’infermeria della Compagnia piuttosto che in prigione, cosa che infatti salvò la vita dell’ufficiale.

Ventisei anni più tardi, il 6 marzo 1984, il figlio di questo ufficiale telefonerà a Célestin – allora entrato a Bellefontaine, e questi vi riconoscerà rapidamente un segno del Signore di partire per l’Algeria ! Lo racconta lui stesso a degli amici, con dei dettagli sconosciuti, del resto, al momento in cui lascia Bellefontaine per Tibhirine :

« Una notizia quasi altrettanto forte che quella della mia entrata a Bellefontaine, il 5 marzo 1983… la mia « partenza » sabato prossimo, 13 settembre (1986) in Algeria! » Due brevi mesi vissuti qui : marzo-aprile 84 sono stati sufficienti a Dio per indicarmi – senza piste false – questa direzione ! Fra questi segni ben visibili, condivido con voi quello che ai miei occhi è più meraviglioso di un miracolo :

Il 6 marzo mi telefona, qui il figlio primogenito di quel sottotenente al F.L.N. algerino-kabyle, che incontrai nel ‘58 a Saida (Oranie) nel corso di una terribile operazione militare, gravemente ferito… apprendo che dopo la sua liberazione della prigione di Oran, il 20 aprile 1062, è venuto 3 volte in Francia per ritrovarmi, senza riuscirci ! Suo figlio prosegue le ricerche e cade proprio su di me in … un’abbazia ! Come se Dio aspettasse la mia presenza in un tal luogo in vista del nostro ritrovamento !…

Tutto per risvegliare in me una prima chiamata del 61, durante un ritiro alla Fraternità « Jesus Caritas » del fratel Charles de Foucauld. Ma in quel momento mi dibattevo rivolgendomi a Dio in questi termini : « Tu mi prendi male ; non ho salute ! E soprattutto non vedo proprio quale modo di presenza avere in questo mondo magrebbino ! Vdremo questo più tardi ! Ho innanzitutto da essere vicino a numerose persone non-amate tutt’intorno a me !… Io non credevo, nel ‘61, che Dio mi prenderebbe in parola 25 anni dopo ! E voi mi capite, perché sapete che cosa è stata la mia vita durante questi 25 anni ! 

Mettendo piede in terra algerina, chiederò alla Vergine di darmi la forza di vivervi il resto della mia vita, fino all’ultimo respiro ! Qusto momento è per me un’autentica rinascita (a 53 anni!) ; sono un « piccolo » che non sa parlare, né leggere, né scrivere ! Ho tutto da imparare, da accogliere !… (da  F. Célestin, il 06/09/86).

Ministero pastorale in parrocchia (1961 -1975)

Dopo un anno nel mondo della scuola a Legé (Seminario Minore), per il quale non si sente fatto assolutamente, e un anno come vicario a Saint-Herblain dove, mal compreso, vive dei momenti difficili pisichicamente e moralmente, darà prova del suo valore alla parrocchia San Domenico, a nord di Nantes, dove gli fa fiducia e lo sostiene nel suo apostolato il suo parroco, che (citato [A.C.]) ha raccontato nel 1996, dopo la morte dei fratelli, ciò che aveva visto vivere in Célestin già come vice-parroco e, più intensamente ancora , in seguito :

« Ben presto a San Domenico, Célestin comincia a prendere contatto con una frangia della popolazione del quartiere che non frequentava la Chiesa, che ne era lontana o da cui la Chiesa era lontana, come volete, e che era segnata dalla povertà materiale dovuta alla disoccupazione (già!) e all’alcoolismo. Era sostanzialmente – ma non solo – la baraccopoli della « Quercia degli Inglesi ». Ho notato che i primi contatti avvennero in occasione del catechismo

Posso testimoniare que lui conduceva una vita intensa, percorrendo dei quartieri… sulla sua motocicletta o al volante della sua  utilitaria. La « sua »parrocchia s’ingrandiva nella misura in cui lui scopriva, attraverso innumerevoli contatti, di nuove sofferenze causate dall’alcool, la prostituzione o la delinquenza, al punto che, negli anni 70, i giorni non furono più abbastanza lunghi, e le pratiche per ascoltare, esortare e convincere debordavano sempre di più nelle notti... »[A.C.]

Vicino ai più poveri e ai marginalizzati (1975 – 1983)

Nel lavoro pastorale, una difficoltà incontrata nella collaborazione con un altro scerdote dell’équipe, spinse Célestin e il suo parroco a prendere una posizione che rese inevitabile la loro partenza dalla parrocchia, come lo racconta Armand Clouet :

« Nel maggio 1975, venne il momento doloroso della spaccatura all’interno dell’équipe e della separazione. Célestin amava troppo il quartiere per allontanarsene. Ottenne un alloggio HLM (18, rue André Chenier), un F2 » che faceva parte dei 170 che erano stati costruiti per ri-alloggiare la gente semplice di rue del Marchix. Faccio notare tra parentesi – ma non è senza importanza – che abitava non lontano da sua madre e da sua sorella, che, dopo più di tre anni passati a nostro servizio in presbiterio (a partire dall’aprile 66), avevano anche loro scelto di vivere in un alloggio HLM » [A.C.]

E lui deve cercarsi un mezzo di sussistenza :

«  Gli anni che seguirono, furono molto duri per Celestin. Non avendo più uno statuto ufficiale e, per questa ragione, neanche più risorse, viveva nella solitudine , perché nei « colpi duri » - un’espressione tipicamente sua ! - le solidarietà ecclesiastiche e sacerdotali non sono sempre all’appuntamento. Grazie all’appoggio di uomini dal cuore grande (come Stephan Jost), ottenne lo statuto di educatore di strada e, in seguito, quello di animatore del Centro Sociale per le persone che uscivano di prigione. Fino al 1983, portò avanti congiuntamente i suoi impegni di animatore, che gli permettevano di vivere – poveramente – e di Militante di Vita, per la riabilitazione di coloro che l’alcool, la prostituzione o la delinquenza avevano distrutto. [A.C.]

Ma si tratta sempre di far crescere e di ricostruire queste persone in difficoltà :

« Ho pronunciato la parola « convincere », perché il suo ministero aveva questo di particolare, che bisognava convincere le persone che lo chiamavano… della necessità di curarsi. Questo durò quasi 20 anni, in parrocchia e poi al di fuori della parrocchia. Malgrado la sua fisionomia fragile, occorreva che fosse fisicamente solido, e lui si era reso tale anche per la passione che lo animava, per l’amore appassionato che aveva per questi uomini e queste donne ai quali si attaccava con tutta la sua forza e sensibilità, perché non era un cerebrale : pensava e agiva con il cuore. » [A.C.]

In questi momenti difficili del maggio 1975, la Fraternità Jesus caritas alla quale non aveva smesso di aderire, è stata per lui un sostegno capitale di cui bisogna sottolineare l’importanza decisiva ; ma un altro aiuto spirituale gli viene suggerito durante la notte del 3 marzo 1976 : orientarsi verso l’Abbazia di Bellefontaine, se non per sempre, almeno per delle visite e dei ritiri in seno alla comunità, e non ne farà meno di 22, fra maggio ‘76 e marzo 1983, data dell’ultimo « stage » previsto (di sei mesi). In realtà questa sarà la data della sua entrata a Bellefontaine, che non lascerà che per Notre Dame dell’Atlas !

Vita e primi impegni a Bellefontaine (1983 – 1986)

Entrato il 5 marzo ‘83, sarà il 19 luglio che Célestin fa la sua domanda ufficiale di entrata, e l’8 settembre comincerà il « noviziato » prendendo l’abito della comunità. Poiché il tempo di formazione del noviziato è di due anni, l’8 settembre 1985, Fr Célestin farà i suoi primi voti.

Ma bisogna ricordare che nell’aprile 1984, il 4 precisamente, fratel Célestin aveva detto della chiamata ricevuta di partire per Notre-Dame de l’Atlas. Data la sua posizione di « novizio » (non ancora incorporato alla comunità), non si dirà nulla di questa chiamata, e questo mentre due altri fratelli dello stesso noviziato, i fratelli Michel et Bruno, avevano detto, anche loro, il 3 e il 6 aprile 1984 di aver ricevuto lo stesso appello per Notre – Dame dell’Atlas (senza concertazione fra i tre), e che questi due fratelli, avendo già fatto il passo della Professione semplice, raggiungeranno infatti Tibhirine il 28-29 agosto seguenti. Non sarà che l’8 maggio 1986 che sarà reso pubblica la chiamata e la partenza di fratel Célestin.

Partenza per Notre Dame dell’Atlas (1986 – 1996)

Fratel Célestin non partirà che il 13 settembre 1986, accompagnato da Fratel Michel che è venuto per rendere visita alla mamma, dopo il suo impegno definitivo all’Atlas, il 28 agosto precedente. All’aeroporto di Algeri, momento forte dell’incontro con Si Ahmed Halloouz, dopo 28 anni !

L’8 settembre 1988, Fratel Célestin, che aveva preso un impegno di 3 anni a Bellefontaine, lo rinnova all’Atlas per il tempo necessario, fino alla data prevista per i suoi voti definitivi, il 30 aprile 1989, festa di Nostra Signora d’Africa ! Ma è già autorizzato a fare la stabilità nella comunità di Tibhirine.

Prima della professione, fine novembre 1988 (dal 15 al 25), Fratel Célestin viene a visitare sua madre la cui salute declina in maniera inquietante. Una volta ritornato all’Atlas, lei compie il suo « passaggio » il 1° dicembre « come P. de Foucaould », annota F . Célestin che vi vede una sorta di grazia !

Dal dicembre 1991 al 5 marzo 1993 : due avvertimenti cardiaci per F. Célestin, che è ben curato sul posto, a Medea, da un cardiologo di quella città.

Non stupisce allora che la « visita della veglia del Natale ‘93 », vissuta con grande intensità da F. Célestin, abbia creato uno « shock » e lasciato anche delle tracce fisiche che si risolveranno con un grave problema cardiaco, una volta rientrato in Francia, a partire dal 7 gennaio 1994. Il 10 febbraio dovrà subire a Nantes, d’urgenza, l’impianto di 6 by-pass.

Ma poco a poco tutto rientra nell’ordine, e a Pasqua, il 3 aprile, è di ritorno a Bellefontaine. Il 5 marzo riceve la visita di P. Christian de Chergé e il 16 maggio seguente quella di F. Christophe… Finalmente riparte per l’Atlas verso la metà di settembre.

Per lui, specialmente, i due anni che seguono saranno difficili fisicamente, moralmente e soprattutto a livello nervoso. Ben presto, al suo ritorno, l’11 ottobre, gli si toglie la responsabilità del canto all’ufficio, cosa che gli costa molto. Durante l’inverno la sua salute resta fragile, a causa di una brutta influenza.

Dal 12 gennaio al 27 marzo 1995 è a Fes, dove, felice, aiuta per il canto, all’ufficio, i 4 fratelli. Ma al ritorno, « i nervi prendono il sopravvento » : insonnie, eruzioni cutanée alla gamba sinistra, flebite alla destra si succedono nel corso del 1995.

All’inizio del 1996, comunque, P. Christian scrive : « Célestin ha ritrovato un equilibrio che ammiro ». E alla fine del ritiro predicato dal Padre Bernard Rérolle, F. Célestin stesso scrive :

« Che gioia essere all’ascolto del Padre B.R. … che fa sentire ciò che ci dice Cristo : « alzati , cammina, compi le opere del Padre »…. Mistero del nostro proprio dono all’interno del Suo dono ». (Cartolina scritta da F. Célestin a nome dei fratelli, il 9 febbraio 1996).

Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, un ospite (T.B.), membro del Ribat, e che alloggia in una camera separata dalle celle dei fratelli soltanto da una semplice porta, ha raccontato quello che ha vissuto quella notte :

« D.P., prete, membro del nostro Ribat, mi sveglia dicendo : « sta succedendo qualcosa di anormale dai fratelli ». Mi alzo di soprassalto ed esco nel corridoio. Noi dormivamo, J.J., un altro prete, lui ed io, nelle camere degli ospiti dell’edificio monastico, separati dalle camere dei monaci da una porta. Sento in effetti uns spostamento di tavoli, di sedie, nessuna voce, solamente dei rantolii che mi sembrano essere di Célestin : penso allora che è malato e che lo si vuole far scendere da F. Luc, poi penso che è impossibile trasportarlo di notte in ospedale.

D.P. apre un po’ la porta di comunicazione con il corridoio dei monaci e scorge M.M. (il guardiano ) con la schiena contro il muro, immobile fra le due porte, Célestin che non si muove e una valigia nel corridoio.

M.M. finisce per accorgersi che la porta si apre e fa segno con la testa di non entrare e di non muoversi. Quando D.P. ci riporta queste cose, capiamo che « la gente della montagna » è nel monastero ed io  immagino che i monaci sono costretti a riunirsi.

D.P. riapre di nuovo la porta, non c’è più che una valigia nel corridoio.

Poi, silenzio.

D.P. riapre un po’ la porta : la valigia non c’è più.

(Estratto da « Fin dove seguire ?, di Dom Bernardo Olivera, Parigi 1997, p. 78).

Solamente, in seguito, ci arriverà la voce di Célestin con quella degli altri fratelli nella cassetta registrata da coloro che li tenevano in ostaggio, la sera del 20 aprile 1996. Poi, la notizia che annuncia la loro morte, o piuttosto la loro « pasqua »… !

F. Célestin aveva scritto, il lunedì santo, 28 Marzo 1994 a P. Edmond, allora maestro dei Novizi a Bellefontaine :

« Ritrovavo, in questi giorni, i vostri auguri di Natale, ispirati alla magnifica frase di Angelus Silésius : « Ah, se il mio cuore potesse diventare un presepio… Dio passa nella piccolezza del Bambino. Abisso... »

Questo mi guida per offrirvi a mio modo questa umile immagine, al cuore della settimana santa, nella pienezza di Pasqua, per sottolineare la condiscendenza, la profondità dell’amore infinito di Dio che incide il nome di noi piccoli sul palmo delle sue grandi mani…

Noi  siamo i fratelli dell’Uccello pasquale !

E’ come diventare un po’ folli il fatto di comprendere che mai Lui ci dimenticherà ! E’ impossibile, da quando ha, accanto a sé, il suo amato Figlio, crocifisso-glorificato !