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STORIA

La presenza di comunità cristiane in Algeria è attestata a partire dal II secolo, precisamente attraverso Tertulliano. Ma la grande figura di questa Chiesa è soprattutto Sant’Agostino (IV secolo).

La presenza cristiana sparirà, per così dire, fra il VII e il XII secolo: E’ per l’intermediario della presenza di cristiani nstranieri, principalmente dei mercanti, che il cristianesimo riaffiora in terra algerina.

Ed è nel XIX secolo che si assiste al primissimo stabilirsi dei monaci cisterciensi in Algeria, negli anni 1840, a Staoueli, ad una trentina di chilometri da Algeri. Questa installazione monastica non dura. Nel 1904, il monastero è chiuso. I monaci si rifugiano, allora, in Italia, a Maguzzano, ed èuna seconda comunità che arriva nel 1937 e s’installa ad un centinaio di chilometri a sud di Algeri, presso Medea. La proprietà agricola di Tibhirine diventa l’Abbazia Notre-Dame de l’Atlas.

Durante la guerra d’indipendenza, la comunità si trova “fra due fuochi”, e nel 1959, due fratelli (di cui Fr Luc) sono vittime di un rapimento e poi rilasciati. L’indipendenza ridisegna il volto della Chiesa d’Algeria che perde la quasi totalitè dei suoi membri. Quale presenza, allora, per Tibhirine, comunità monastica cristiana in terra d’ Algeria? L’ Abate Generale dell’Ordine cisterciense firma il decreto di chiusura  contro il parere del Cardinal Duval, vescovo di Algeri, mala sua morte impedisce la realizzazione di questa misura.

Lo spirito di apertura del Concilio Vaticano II soffia, e la Chiesa d’Algeria fa sentire la sua voce: “Se i monaci se ne vanno, noi non possiamo tenere”.  Il senso di una presenza cristiana in un paese musulmano riappare, nel prolungamentodi ciò che aveva presentito Charles de Foucault: essere degli oranti in mezzo ad altro oranti. Il monastero (che perde il suo rango di “abbazia”) riparte su nuovi basi. Fino all’indipendenza, nel 1962, la proprietà era sfruttata su più di 350 ettari, ma la maggior parte delle terre viene ceduta allo stato algerino e non restano che 14 ettari.

La comunità, eterogenea, si stabilisce poco a poco. Dei fratelli venuti semplicemente “per aiutare” un’altra Trappa sono sostituiti da altri fratelli, motivati da una vocazione comune: essere monaci in terra d’Islam.

Nel 1984, fratel Christian de Chergé è eletto priore. La sua conoscenza dell’arabo e della cultura musulmana insieme alla sua statura spirituale, conduiranno la comunità alla sua maturità. Un rapporto tutto diverso si stabilirà con i paesani dei dintorni, a cui una  sala di preghiera è messa a disposizione all’interno del monastero stesso. L’agricoltura è portata avanti “da associati” con altri tre vicini, e sempre il dispensario di fratel Luc accoglie quelli che si presentano…